Tre professori Unipa candidati governatore alle elezioni regionali del 5 novembre
Con l’annuncio in conferenza stampa del rettore Fabrizio Micari, sono tre i docenti dell’Università di Palermo che, a oggi, si sono ufficialmente candidati per la presidenza della Regione siciliana. Oltre all’ex rettore Roberto Lagalla, aveva già annunciato la propria disponibilità Gaetano Armao, presidente del Consorzio universitario di Agrigento.
La candidatura di Fabrizio Micari è stata proposta e sostenuta con fermezza da Leoluca Orlando e finora sembrerebbe quella più probabile in una coalizione di centrosinistra tra PD e le forze politiche che si riferiscono al sindaco di Palermo, allargata ad Alternativa Popolare, il partito del ministro Angelino Alfano (ex Nuovo Centro Destra) che preme per la designazione di Giovanni La Via come vicepresidente, e ai centristi di Pierferdinando Casini e Gianpiero D'Alia. È appoggiata dai renziani siciliani rappresentati dal sottosegretario Davide Faraone.
Roberto Lagalla ha fondato il movimento Idea Sicilia, per il momento non schierato con nessuna delle costituende coalizioni di centrodestra e centrosinistra, sebbene abbia avuto un forse prematuro endorsement da parte di Totò Cardinale verso quest’ultima. Guarda a lui con interesse invece Saverio Romano, di Cantiere Popolare. Correrà comunque anche da solo: sono in fase di costituzione le liste collegate alla sua candidatura.
Gaetano Armao (Siciliani Indignati), fortemente appoggiato da Silvio Berlusconi, fa parte della coalizione di centrodestra, in cui però pare stia prevalendo l’idea di un “ticket” che veda candidato governatore il leader di Diventerà Bellissima, Nello Musumeci, presidente della Commissione regionale Antimafia, ed Armao suo vicario.
La presenza di altre candidature, almeno sei finora - oltre a quelle di Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 stelle e del presidente uscente Rosario Crocetta (Il Megafono) ha dato la sua disponibilità a guidare uno schieramento di sinistra Claudio Fava, con il sostegno di Articolo1-Mdp - comporterà una maggiore frammentazione del voto, rendendo molto improbabile che il futuro governatore della Sicilia possa disporre di una propria maggioranza di governo. Ma i giochi non sono ancora chiusi.