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Libertà di Frequenza
 

La fotografia e i social, nuovo libro di Anna Fici

social photography

L’obiettivo del nuovo libro di Anna Fici è di creare un ponte tra l'approccio sociologico alla fotografia e tutte le altre discipline che si sono occupate a vario titolo di fotografia. ”La fotografia social – spiega l’autrice su Libertà di Frequenza - ha costretto la fotografia dei fotografi, professionisti o appassionati evoluti, a ridefinire la loro attività, il linguaggio”

“Nella giostra della Social Photography” è il titolo del nuovo libro della professoressa Anna Fici, presentato il 14 marzo alle 17.30 all’Auditorium della sede Rai di Palermo.

Anna FiciL’autrice, sociologa, fotografa e docente presso l’ Ateneo palermitano di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, spiega su Libertà di Frequenza come nasce l’idea del libro: “Appartengo ad una generazione a cavallo. Ho fatto a tempo a vivere la fotografia analogica, anche da fotografa oltre che da persona comune: la magia della camera oscura. Ma ho accolto con grande curiosità, personale e professionale (già insegnavo Teoria e tecniche dei nuovi media a Scienze della Comunicazione) il nuovo, le realtà prodotte dal digitale. Da sociologa ho sentito il bisogno di capire che cosa era successo tra la Rolleiflex di mia madre e i social”.

Il libro vuole porsi come ponte tra l'approccio sociologico alla fotografia e tutte le altre discipline che si sono occupate a vario titolo di fotografia. “Desideravo rivolgere le mie riflessioni anche a tutti i teorici della fotografia, i critici, i curatori di mostre – spiega la docente -. Si parte dal presupposto che la fotografia sia sempre stata e continui ad essere uno specchio sociale. Se è cambiata, è cambiata la società. Se ci scattiamo tanti selfies non siamo diventati tutti dei narcisisti o degli esibizionisti per caso. Allora cosa specchia la fotografia? Che società è quella della iperfotografia? Nulla avviene a caso o per capriccio”.

La diffusione della fotografia sui social porta a ridefinire i discorsi sul genere visivo, a partire dai concetti classici come l’estetica e il valore sociale della rappresentazione fotografica. “Siamo nel pieno di una crisi anomica nel campo della produzione e della valutazione della fotografia - afferma l’autrice-. La fotografia social ha costretto la fotografia dei fotografi, professionisti o appassionati evoluti, a ridefinire la loro attività, il linguaggio. La fotografia delle gallerie si è avvicinata all'arte contemporanea, nel senso che si esprime per progetti e approccio concettuale. L'esito è talvolta, ma non voglio generalizzare, un raffreddamento emotivo e una predilezione per il metodo di produzione ed esposizione che avvicinano la fotografia a dei saggi visivi”.

La fotografia sui social è uno dei principali luoghi di mediazione dove la cultura contemporanea rinegozia i suoi rapporti con la memoria. “Il rapporto con la memoria è cambiato – dice la professoressa-. Più che essere ricordati si vuole esistere. La visibilità è diventata più importante della memoria. La visibilità è memoria a breve raggio: "ti ricordi di me in un like, in un tag, in un commento oggi o domani?" Chi predilige la memoria sa di esistere e sa chi è. Ma siamo in una società precaria e insicura”.

La fotografia attraverso le reti digitali e i social media ha potenziato la sua tradizionale capacità di essere luogo della narrazione della contemporaneità. “La fotografia social rispecchia la realtà contemporanea nel suo essere di tutto di più, esattamente come noi – conclude la professoressa -. La contemporaneità è patchwork o collage come è stato colto da filosofi e sociologi. È continua riedizione, è processo. La fotografia non è più un oggetto ma è pienamente processo sociale, dialogo in cui la cultura verbale sta inesorabilmente lasciando il posto a quella visiva, con implicazioni sociali, antropologiche, cognitive oggi non valutabili”.

Sul tema della fotografia nell’era dei social se ne parlerà anche in occasione del convegno che si terrà il 15 marzo alle ore 16.30, presso l’Edificio 19 in viale delle Scienze.

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