Inaugurazione dell'anno accademico Unipa al Teatro Massimo. In piazza la protesta di studenti e ricercatori
Per il secondo anno l’Università di Palermo inaugura il nuovo anno accademico al Teatro Massimo, simbolo culturale della città. Mentre fuori, in piazza Verdi, montano le proteste di studenti e ricercatori per le condizioni delle università e la piena attuazione del diritto allo studio. ”Nel 2008 l'Ateneo contava 2.073 professori e ricercatori, oggi 1.563. Sulla base della normativa vigente, nel 2016 all'Ateneo e' stato consentito un turnover di poco inferiore al 40%, fermo restando che a parte il vincolo legato alla disponibilita' dei cosiddetti punti organico, e' necessario rispettare i piu' stringenti vincoli di bilancio. Ci troviamo conseguentemente costretti a scelte dolorose in merito alla possibilita' di turn-over. Cio' non solo impedisce il necessario ricambio generazionale dei docenti, ma soprattutto limita la possibilita' di mantenere l'offerta formativa corrente".
Lo ha affermato nel suo intervento il rettore dell'Universita' di Palermo, Fabrizio Micari, alla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi, cui ha chiesto "una nuova e rafforzata attenzione all'Universita'". Micari ha sottolineato che "e' necessario un colpo d'ali, un cambio di marcia e tornare a investire in misura importante nella formazione e nella ricerca. Le Università devono essere co-protagoniste di una nuova stagione di crescita e di sviluppo del Paese".
Il Rettore non ha nascosto la sua soddisfazione per le 9 mila immatricolazioni di studenti che hanno fatto superare la quota del 15 per cento rispetto agli anni accademici precedenti.
“I tagli indiscriminati hanno provocato un danno strutturale nell’Università ha sottolineato il Premier – perché si è tagliato in modo dissennato. L’Italia ha bisogno delle Università e della vostra Università e per questo occorre incrementare i fondi ma nel contempo occorre un cambio di passo culturale”.
Nel suo intervento il direttore generale dell’Università, Antonio Romeo, ha sottolineato come la contrazione delle risorse finanziarie e umane ha frenato lo sviluppo dell’Università che non ha però impedito di essere valutata. “Stiamo lavorando per adeguare la struttura organizzativa – ha detto – alle nuove esigenze che un sistema competitivo richiede attraverso una razionalizzazione delle Aree e dei Settori e in una logica di innovazione organizzativa e di avvicinamento dei servizi all’utenza finale”.
Il rappresentante del personale tecnico amministrativo Francesco Fantaci ha detto che il personale ha contribuito all’importante risultato dell’incremento delle immatricolazioni ed ha auspicato che la nuova organizzazione delle funzioni amministrative dell’Ateneo avvenga con la più ampia condivisione dei lavoratori e delle parti sociali. Il rappresentante degli studenti in Senato Accademico Stefano Di Gangi nel suo intervento ha detto che “Nonostante le numerose eccellenze italiane nel mondo, le nostre università e soprattutto quelle del Sud non riescono ad essere il faro dell’Europa per mancanza di adeguate strutture, propensione al cambiamento e all’innovazione e carenza di interazione con il territorio. Questo comporta una costante perdita degli investimenti dello Stato nella formazione dei propri giovani che diventano risorse per gli altri Paesi, indebolendo così il nostro tessuto socio-economico e culturale”.
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